Capire cosa succede
Il paziente che presenta un quadro depressivo può avere sintomi psichici (come umore triste o depresso, senso di colpa, disperazione, perdita di interesse verso ciò che prima gli piaceva o lo interessava), sintomi cognitivi (come difficoltà di concentrazione, indecisione), sintomi fisici (come facile affaticabilità, perdita di energia, riduzione dell’appetito e talvolta del peso, risveglio precoce) e sintomi motori (come il rallentamento). Il paziente con depressione tenderà inoltre a vivere ritirato e addirittura ad isolarsi dagli altri perché non ha desiderio ed energie per stare con loro (anche se si tratta per esempio dei familiari o di amici cari). Nelle forme più gravi, il paziente ha anche pensieri di morte a cui può seguire la pianificazione e la messa in atto di tentativi di suicidio.
La letteratura scientifica propone una descrizione longitudinale della depressione identificando quattro fasi (per saperne di più cliccare qui)
- la fase prodromica (stadio 1), caratterizzata da sintomi della sfera depressiva oppure di natura non depressiva ma con un lieve cambiamento o declino funzionale dell’individuo. Ansia, irritabilità, possono essere molto comuni in questa fase, così come, scarso interesse verso ciò che prima era interessante, insonnia iniziale e terminale, umore depresso, senso di colpa, scarso appetito, facile affaticabilità, attività ridotta;
- la fase acuta (stadio 2), caratterizzata dall’episodio depressivo maggiore;
- la fase 3 (stadio 3), caratterizzata dalla presenza di sintomi residui di natura depressiva (come umore depresso, senso di colpa, disperazione) o di natura non depressiva (come problemi di sonno, ansia generalizzata, irritabilità, scarso appetito, scarso desiderio sessuale) o dalla presenza di un quadro depressivo cronico anche se non intenso. I sintomi residui potrebbero essere dovuti alla parziale persistenza della malattia o al peggioramento di un tratto anormale della personalità preesistente. La guarigione è solo apparente se la fase acuta è risolta ma permangono sintomi residui. Tali sintomi sono clinicamente rilevanti, in quanto possono essere fattori di rischio per la ricaduta e pertanto necessitano di essere trattati. La letteratura scientifica suggerisce che la maggior parte dei pazienti presenti sintomi residui al termine del trattamento della fase acuta.
- La fase 4 (stadio 4) è caratterizzata dalla depressione ricorrente, cioè più episodi nel corso della vita.
Una descrizione longitudinale dell’evoluzione del disturbo depressivo permette di comprendere in quale fase della malattia il paziente si trovi nel qui e ora e di determinare il grado di progressione della malattia stessa.
Trovare un aiuto
– Possibili Terapie
La letteratura scientifica suggerisce che la farmacoterapia (per lo più i farmaci antidepressivi) e specifici percorsi di psicoterapia (psicoterapia cognitivo comportamentale, terapia interpersonale, attivazione comportamentale) rappresentino gli approcci terapeutici di prima scelta per il trattamento della fase acuta della depressione maggiore. Se il paziente ha una guarigione parziale dopo la fase acuta, è invece necessario applicare la psicoterapia cognitivo-comportamentale (per saperne di più è possibile leggere qui) allo scopo di eliminare i sintomi residui (clicca qui per approfondimento).
Se il paziente ha frequenti episodi depressivi, si è dimostrata utile sia la terapia farmacologica (principalmente con stabilizzatori dell’umore) (per saperne di più è possibile leggere qui) che la psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale (clicca qui per approfondimento).
Infine, il trattamento dei quadri depressivi non deve limitarsi alla riduzione dei sintomi o all’approdo ad una condizione asintomatica, ma deve essere orientato a favorire il raggiungimento di una condizione di benessere (clicca qui o qui per approfondimento). La letteratura scientifica suggerisce che la terapia breve per il benessere psicologico sia un approccio utile in questo senso (per saperne di più è possibile leggere qui o visitare la pagina web https://www.well-being-therapy.com/academy-of-well-being-therapy/).
– Possibili figure professionali da interpellare
Una valutazione iniziale da parte del medico psichiatra è fondamentale per inquadrare il caso e, se opportuno, impostare una terapia farmacologica. Di fondamentale importanza è lo psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale che fornirà un percorso atto a far sì che il paziente acquisisca abilità che gli consentano di gestire gli stati depressivi in modo autonomo ed efficace.
– Strumenti di auto-valutazione
La MINI International Neuropsychiatric Interview (MINI-7.0.0) è un’intervista che permette di diagnosticare i disturbi depressivi secondo i criteri diagnostici più attuali. Si tratta però di un’intervista che deve essere condotta da una persona esperta ed addestrata. Questo strumento è utilizzato routinariamente dai professionisti del nostro Centro. Esiste anche una scala che il paziente può compilare in autonomia per capire se i sintomi che ha fanno pensare alla presenza di disturbi depressivi. La scala è consultabile CLICCANDO QUI.
Riferimenti bibliografici
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Guidi J, Tomba E, Cosci F, Park SK, Fava GA. (2017). The Role of Staging in Planning Psychotherapeutic Interventions in Depression. The Journal of clinical psychiatry. 78(4):456-463. link alla pagina
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