L’ingresso nel periodo natalizio può segnare per molti l’inizio di un momento difficile e stressante. Se da un lato sono certamente presenti occasioni di festa e divertimento, addobbi e luci, dall’altro è stato osservato che in questo momento dell’anno il rischio di inflessioni del tono dell’umore è più alto.
A questo fenomeno contribuiscono il sommarsi di una serie di concause molto diverse tra loro; di tipo biologico, relazionale, sociologico e persino meteorologico. Il diminuire delle ore di luce comporta, infatti, una serie di cambiamenti nel nostro sistema nervoso che hanno lo scopo di adattare i nostri ritmi circadiani al nuovo andamento stagionale: adattamenti che non sempre avvengono con facilità. Il livello di stress percepito è inoltre incrementato dalla corsa ai regali e dalle riunioni familiari, che portano con sé incontri più o meno piacevoli. Inoltre, il periodo natalizio può associarsi a ricordi che riportano alla perdita delle persone care, con l’emergere di un conseguente senso di solitudine. Bisogna infine aggiungere le eventuali difficoltà lavorative (specialmente per occupazioni di tipo stagionali) e la tendenza ad un maggior rimuginio con lo scopo di effettuare bilanci dell’anno in conclusione o di formulare propositi per l’anno in arrivo. Questo comporta un’attenzione selettiva rispetto agli obiettivi non raggiunti, predisponendo a sottovalutare risorse e successi effettivamente presenti.
Come conseguenza possono spesso manifestarsi alterazioni dell’umore, del sonno, dell’alimentazione e del livello di energia percepito: ciò che è colloquialmente noto come “Christmas blues”.
Il “Christmas blues”, che solitamente tende a risolversi in modo spontaneo con la conclusione delle feste, deve essere ben distinto dal “Disturbo Affettivo Stagionale”.
Il Disturbo Affettivo Stagionale, infatti, è caratterizzato da episodi depressivi ricorrenti ad andamento stagionale, per almeno due anni. In questi casi non siamo quindi di fronte ad una oscillazione del tono dell’umore ma ad un vero e proprio esordio depressivo, in concomitanza con l’ingresso nella stagione estiva o, più frequentemente, in quella invernale. L’esordio è spesso graduale, con una comparsa della sintomatologia durante l’autunno ed un suo acuirsi con l’inizio dell’inverno. In questi casi risulta certamente necessaria una valutazione da parte di un clinico esperto nel campo affinché formuli la diagnosi corretta che permetta poi di strutturare un trattamento efficace, che vede spesso l’affiancarsi di farmacoterapia e psicoterapia cognitivo-comportamentale.