È esperienza comune e diffusa quella di preoccuparsi riguardo a sensazioni o sintomi fisici: di fatto a molti sarà capitato almeno una volta di mettersi in ascolto di sensazioni corporee più o meno dolorose, per captarne l’evoluzione e decidere il da farsi.
Tuttavia quando la preoccupazione per la propria condizione di salute diventa intensa, duratura e non si placa a fronte di accertamenti medici rassicuranti, allora potrebbe trattarsi di un disturbo d’ansia; il disturbo d’ansia da malattie.
In questa condizione si ha una costante e sproporzionata preoccupazione per la salute, che può portare la persona ad un evitamento sistematico di ambienti medico-ospedalieri e di informazioni riguardanti malattie (nel tentativo di non innescare relativi timori e rinunciando allo stesso tempo alla possibilità di disconfermarli) oppure alla ricerca continuativa di pareri e visite mediche (in un alternarsi di momentanea rassicurazione e successiva ricomparsa del timore). In questo secondo caso, un ruolo importante può avere la ricerca online di informazioni mediche: quando questa strategia viene adoperata in modo massiccio e persistente, alcuni autori parlano di cybercondria. Questo tipo di comportamento aumenta di fatto la probabilità di interpretazioni catastrofiche delle proprie sensazioni fisiche, espone la persona ad informazioni multiple, contraddittorie e a volte false, promuove un rimuginio ansioso e un’attenzione ancorata al corpo.
Come si può desumere da quanto fin qui descritto, il disturbo d’ansia da malattie vede presente sia una componente cognitiva (interpretazioni catastrofiche di sensazioni o sintomi fisici effettivamente presenti) sia una componente comportamentale (ricerca e/o evitamento di informazioni e rassicurazioni): questi due aspetti tendono a rinforzarsi vicendevolmente mantenendo quindi attiva la preoccupazione e rendendo ininfluenti eventuali informazioni positive circa il proprio stato di salute.
La terapia cognitivo-comportamentale permette di affrontare questo disturbo d’ansia, intervenendo sia sulla componente cognitiva che su quella comportamentale in modo collaborativo con il paziente.