Categorie
Blog

Di cosa parliamo quando parliamo di benessere

Il termine “benessere” è una parola entrata nell’uso corrente e impiegata in un’ampia varietà di contesti anche con accezioni diverse tra loro. Spesso, viene  usato come sinonimo di “felicità” o di “soddisfazione per la propria vita”, sebbene si tratti di un concetto piuttosto complesso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha descritto come “uno stato positivo vissuto dagli individui e dalle società”.

L’interesse della ricerca scientifica su questo aspetto è relativamente recente. Ciò perché, al di là di singoli contributi e riflessioni da parte di alcuni autori, la ricerca psicologica si è volta fin dai suoi inizi ad indagare le cause della sofferenza e dell’infelicità umana piuttosto che il benessere.

Sono stati comunque  fondamentali per la conoscenza e la ricerca scientifica in ambito di benessere, autori quali Marie Jahoda, che ha operato già dalla fine degli anni ’50, ed anche Maslow, Rogers, Allport, Frankl e Erikson. Più recentemente, la sintesi della letteratura scientifica proposta da Jahoda è stata recuperata da una psicologa americana , Carol Ryff, che ha ripreso il quadro teorico precedentemente delineato ed ha provveduto a sottoporre a verifica empirica quanto proposto. Ryff, riprendendo Jahoda, ha proposto come elementi costitutivi alla base del benessere psicologico le seguenti sei dimensioni:

  1. Accettazione di sé: indica un’accettazione profonda di se stessi derivante dalla consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza che porta ad una visione complessiva positiva di sé.
  2. Presenza di buoni legami: indica l’esistenza di legami positivi, della capacità di costruire legami basati su fiducia, empatia e capacità di amare.
  3. Autonomia: fa riferimento ai costrutti di autodeterminazione, indipendenza, capacità di regolare il proprio comportamento dall’interno, fronteggiando quindi le pressioni sociali per potersi muovere sulla base delle convinzioni personali.
  4. Padronanza ambientale: sentirsi capace di padroneggiare e affrontare le difficoltà della vita in modo attivo. Comprende le abilità nel saper scegliere o costruire un ambiente adatto alle proprie caratteristiche personali, sapendo cogliere le opportunità che si presentano.
  5. Presenza di uno scopo di vita: indica la percezione di avere uno scopo e una direzione nella vita, da perseguire in modo attivo e intenzionale.
  6. Crescita personale: percezione di essere in continua evoluzione, all’interno di un percorso di crescita e miglioramento, in un’ottica di sviluppo e realizzazione personale.

Ryff ha quindi sviluppato la “Scala del benessere psicologico”, un test che è stato ampiamente utilizzato dalla ricerca psicologica per indagare il benessere e la sua rilevanza in un’ampia varietà di campi, compresi quelli relativi alla salute fisica e psicologica.

In anni più recenti, il concetto di benessere psicologico è stato ulteriormente raffinato, è stato infatti proposto anche un tipo di psicoterapia breve orientata al benessere. Tale terapia prende il nome di Well-Being Therapy ed ha la finalità di addestrare il paziente, o le persone, a utilizzare tecniche specifiche per produrre il proprio benessere o renderlo più solido. I professionisti del Centro di Scienze Psicologiche Alas hanno fatto un training specifico per poter utilizzare la Well-Being Therapy con i pazienti ed utilizzano quotidianamente questa tecnica, con ottimi risultati.

Fava, G. A. (1999). Well-being therapy: Conceptual and technical issues. Psychother Psychosom 68(4), 171-179

Fava, G.A., & Ruini, C. (2003). Development and characteristics of a well-being enhancing psychotherapeutic strategy: well-being therapy. J Behav Ther Exp Psychiatry, 34, 45-63

Ryff CD: Happiness is everything, or is it? Explorations on the meaning of psychological well-being. J Pers Soc Psychol 1989;57:1069– 1081.

Ryff CD. Psychological well-being revisited: advances in the science and practice of eudaimonia. Psychother Psychosom. 2014;83(1):10-28.

World Health Organization “Promoting well-being” consultato a: https://www.who.int/activities/promoting-well-being in data 04-10-2024

Categorie
Blog

Emicrania cronica e well-being therapy

L’emicrania è una condizione debilitante ampiamente diffusa nella popolazione generale. Da un punto di vista diagnostico, viene operata una distinzione tra emicrania episodica (con meno di 15 giorni con emicrania al mese) ed emicrania cronica (con 15 giorni o più di  emicrania al mese). Questa distinzione è rilevante poiché l’emicrania cronica è naturalmente la forma più debilitante ma anche quella più resistente alla terapia farmacologica  e quindi invalidante.

Per fronteggiare la condizione di emicranica cronica, viene spesso indicata la necessità di una combinazione di approccio farmacologico e psicologico. Un possibile approccio psicologico è rappresentato dalla  terapia breve del benessere (in inglese Well-Being therapy). La Well-Being Therapy si basa su un coinvolgimento attivo della persona, attraverso un approccio collaborativo tra paziente e terapeuta. Durante il percorso, la persona è incoraggiata a tenere un diario delle situazioni in cui sperimenta situazioni di benessere, per coglierne la  spontanea presenza durante la quotidianità. Questo approccio risulta particolarmente importante perché consente una scoperta guidata di ciò che il termine “benessere” significa nel concreto per ciascun paziente, nelle sue diverse e personali declinazioni. Parallelamente a ciò, la persona viene gradualmente istruita ad identificare pensieri e comportamenti che possono portare ad una prematura conclusione delle situazioni di benessere. Si tratta spesso di pensieri automatici (appena al di fuori della nostra consapevolezza) o di risposte comportamentali (spesso apprese nel tempo) che impediscono il pieno godimento della situazione di benessere. L’approccio fin qui delineato viene poi applicato alle varie dimensioni costitutive del benessere, per favorirne uno sviluppo armonico ed equilibrato.

I primi studi che hanno indagato l’efficacia della WBT per le persone con emicrania cronica, hanno dato risultati incoraggianti. I risultati preliminari hanno infatti rilevato una tendenziale diminuzione della frequenza di episodi di emicrania e un miglioramento dei sintomi depressivi così come del benessere personale. Uno dei possibili meccanismi di cambiamento implicati è lo spostamento di focus da parte del paziente. Le persone che hanno intrapreso un percorso di WBT riferiscono un cambiamento: dal tentativo di ridurre o eliminare il negativo (ad es. il numero di attacchi di emicrania) alla partecipazione ed impegno nel costruire il positivo, occasioni di benessere per vivere una vita allineata con i propri valori personali- al di là del dolore.

Mansueto, G., & Cosci, F. (2021). Well-Being Therapy for Depressive Symptoms in Chronic Migraine: A Case Report. Clinical Case Studies, 20(4), 296-309.

Mansueto, G., De Cesaris, F., Geppetti, P., & Cosci, F. (2018). Protocol and methods for testing the efficacy of well-being therapy in chronic migraine patients: A randomized controlled trial. Trials, 19(1), 561.