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La “Well-being therapy” per i disturbi d’ansia

I disturbi d’ansia includono un’ampia serie di condizioni sintomatiche diverse tra loro. Un’efficace presa in carico comporta quindi non soltanto una indispensabile diagnosi ma anche una valutazione clinica più articolata che permetta di far fronte all’eterogeneità dei sintomi e anche a quelle problematiche che impattano sulla qualità di vita della persona e sul suo funzionamento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Si tratta quindi di un benessere a tutto tondo dell’individuo, che alcuni autori hanno ricondotto al concetto di “eutimia”. L’eutimia è caratterizzata dall’assenza di disturbi dell’umore ma anche dalla presenza di alcune caratteristiche positive come sentirsi calmo, attivo e interessato alle cose, avere un sonno  ristoratore, avere una visione della vita che guida le proprie azioni e consente di fronteggiare le situazioni di stress, generando quindi resilienza e tolleranza alla frustrazione.

La Well-Being Therapy è un approccio terapeutico a breve termine che ha come obiettivo il raggiungimento di uno stato di eutimia. L’approccio si basa sull’auto osservazione dei momenti di benessere, così da potenziarne la presenza quotidiana sia attraverso la ristrutturazione di pensieri limitanti sia attraverso azioni specifiche, concrete e concordate (ne abbiamo parlato qui).

La letteratura ha già iniziato ad indagare l’efficacia della Well-Being Therapy per il disturbo d’ansia generalizzata e per il disturbo di panico come intervento successivo ad una terapia di tipo cognitivo-comportamentale rispetto al trattamento con la sola terapia cognitivo-comportamentale. L’aggiunta della  Well-Being Therapy consente di potenziare il benessere psicologico (oggetto diretto di questo approccio) e migliorare l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale nella riduzione dei sintomi d’ansia.

L’opportunità di un percorso di Well-Being Therapy deve essere considerato alla luce di una approfondita valutazione sintomatologica da porre in relazione con un esame delle altre eventuali problematiche della persona e del suo funzionamento complessivo.

Cosci F. Well-Being Therapy in a Patient with Panic Disorder Who Failed to Respond to Paroxetine and Cognitive Behavior Therapy. Psychother Psychosom. 2015;84(5):318-9. doi: 10.1159/000430789. Epub 2015 Aug 6. PMID: 26279178.

Cosci F. Well-Being Therapy in Anxiety Disorders. Adv Exp Med Biol. 2020;1191:465-485. doi: 10.1007/978-981-32-9705-0_24. PMID: 32002942.

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Emicrania cronica e well-being therapy

L’emicrania è una condizione debilitante ampiamente diffusa nella popolazione generale. Da un punto di vista diagnostico, viene operata una distinzione tra emicrania episodica (con meno di 15 giorni con emicrania al mese) ed emicrania cronica (con 15 giorni o più di  emicrania al mese). Questa distinzione è rilevante poiché l’emicrania cronica è naturalmente la forma più debilitante ma anche quella più resistente alla terapia farmacologica  e quindi invalidante.

Per fronteggiare la condizione di emicranica cronica, viene spesso indicata la necessità di una combinazione di approccio farmacologico e psicologico. Un possibile approccio psicologico è rappresentato dalla  terapia breve del benessere (in inglese Well-Being therapy). La Well-Being Therapy si basa su un coinvolgimento attivo della persona, attraverso un approccio collaborativo tra paziente e terapeuta. Durante il percorso, la persona è incoraggiata a tenere un diario delle situazioni in cui sperimenta situazioni di benessere, per coglierne la  spontanea presenza durante la quotidianità. Questo approccio risulta particolarmente importante perché consente una scoperta guidata di ciò che il termine “benessere” significa nel concreto per ciascun paziente, nelle sue diverse e personali declinazioni. Parallelamente a ciò, la persona viene gradualmente istruita ad identificare pensieri e comportamenti che possono portare ad una prematura conclusione delle situazioni di benessere. Si tratta spesso di pensieri automatici (appena al di fuori della nostra consapevolezza) o di risposte comportamentali (spesso apprese nel tempo) che impediscono il pieno godimento della situazione di benessere. L’approccio fin qui delineato viene poi applicato alle varie dimensioni costitutive del benessere, per favorirne uno sviluppo armonico ed equilibrato.

I primi studi che hanno indagato l’efficacia della WBT per le persone con emicrania cronica, hanno dato risultati incoraggianti. I risultati preliminari hanno infatti rilevato una tendenziale diminuzione della frequenza di episodi di emicrania e un miglioramento dei sintomi depressivi così come del benessere personale. Uno dei possibili meccanismi di cambiamento implicati è lo spostamento di focus da parte del paziente. Le persone che hanno intrapreso un percorso di WBT riferiscono un cambiamento: dal tentativo di ridurre o eliminare il negativo (ad es. il numero di attacchi di emicrania) alla partecipazione ed impegno nel costruire il positivo, occasioni di benessere per vivere una vita allineata con i propri valori personali- al di là del dolore.

Mansueto, G., & Cosci, F. (2021). Well-Being Therapy for Depressive Symptoms in Chronic Migraine: A Case Report. Clinical Case Studies, 20(4), 296-309.

Mansueto, G., De Cesaris, F., Geppetti, P., & Cosci, F. (2018). Protocol and methods for testing the efficacy of well-being therapy in chronic migraine patients: A randomized controlled trial. Trials, 19(1), 561.